Isole Lofoten

Isole Lofoten

...Mountains and Arctic Ocean...

Credo che questa storia sia iniziata circa quindici anni fa, quanto, da adolescenti, giocavamo in una piccola, e spesso perdente, squadra di basket della nostra città, Biella. Nati e cresciuti ai piedi delle Alpi certo non si poteva pensare ad un futuro lontano dalle montagne. Ecco, proprio le montagne, che sono state il sottofondo di ogni parte della vita, di decisioni importanti durante le varie passeggiate e di pensieri profondi guardando quell’orizzonte fatto di cime frastagliate e di nevai, sono, in parte, le protagoniste assolute anche di questo breve racconto.

Il telefono vibra e la notifica del messaggio WhatsApp appare sul display. “ok per le ferie, ho la settimana”.

Si comincia a pensare ai vari luoghi possibili, mi sono trasferito in Svizzera per lavoro e le montagne non mancano di certo, e allora vediamo vari possibili trekking da fare in queste mie “nuove zone”. Dalle previsioni meteo sembra bello e quindi comincio a spulciare i vari siti internet dei Gruppi Alpini e studiare i vari percorsi.

E di nuovo su WhatsApp: “E se anziché stare in Svizzera, ci facessimo un viaggetto all’avventura in tenda?”

Una settimana prima della partenza: mi trovo in un albergo a Mosca per lavoro e comincio a cercare qualche meta, dai vari racconti che trovo in internet, le Isole Lofoten sembrano la meta perfetta: campeggio libero, montagne, trekking, sole di mezzanotte e natura. Le previsioni meteo sono anche dalla nostra parte in quanto sembra che sarà sempre sereno.

“Gigi, dai, prenoto gli aerei, al resto ci pensiamo poi…” Detto, fatto. Sabato (tre giorni prima della partenza) tutti i voli sono prenotati e la Domenica anche la macchina (particolare fondamentale) è affittata.

Le Isole Lofoten sono, per gli amanti della natura, un autentico paradiso. Perché quindi non visitarlo avendo la libertà di scoprirlo dormendo dove si vuole e decidendo man mano dove andare?

Si prende il volo per Oslo e, successivamente, per Narvik…che l’avventura abbia inizio.

Già dall’aereo, osservando le cime a picco sull’oceano, si entra in un mondo fantastico dai panorami mozzafiato. Non mi stupirei vedessi correre dei dinosauri attraverso le foreste o le praterie che seguono i crinali della montagna, sembra di essere nella location del film “Jurassic Park”.

Presa la macchina a Narvik, decidiamo di fare un “tour de force” di quasi 6 ore, attraversando tutte le Lofoten fino alla punta più estrema, il paese di Å i Lofoten. E’ nel Guinness dei Primati per il suo nome corto, insieme ai paesi di “Y” ed “U”.

La strada, la mitica E10, che percorriamo, è un susseguirsi di curve che seguono la morfologia delle isole, la nostra Nissan Qashqai, dal tetto panoramico,  ci fa godere ogni singolo kilometro. Ci si addentra nei vari isolotti tra ponti altissimi e gallerie sottomarine. Il villaggio di “ Å ” è piccolo, ma pieno di angoli belli da fotografare o anche solo da contemplare immersi nel silenzio profondo interrotto solamente dal garrito dei gabbiani.

Decidiamo di fermarci lì per la cosiddetta “notte”, si perché, in realtà, il sole non tramonta mai. Appena sopra il paesello vi è un promontorio a picco sul mare con una prateria che attornia un piccolo laghetto, circondato da montagne che si stagliano al di sopra di esso… il posto ideale per la piazzare la tenda. Il clima è fantastico e decidiamo di prepararci come prima cena una “cena gourmet” –  linguine al pesto, speck dell’Alto Adige ed acciughe. E mentre si picchetta la tenda, si sente soltanto il cantare degli uccelli e l’infrangersi delle onde sul mare, mettiamo gli ultimi picchietto guardando  un gruppo di nuvole danzare in vetta ad una montagna. Non c’è molta gente attorno a noi ma, del resto, ci sono così tante possibilità di campeggiare in tutte le Lofoten che non vi sono problemi di sovraffollamento.

Il giorno seguente decidiamo di andare a vedere il museo dello stoccafisso (pesce tipico della zona), ma lo troviamo chiuso. Ci inoltriamo quindi attraverso le varie stradine che si discostano dalla strada principale scoprendo posti fiabeschi: Reine è uno di questi. Parcheggiamo la macchina in una delle tante piazzole di sosta lungo la strada e decidiamo di “scalare” una montagnola per poter ammirare il panorama dall’alto. La peculiarità dei trekking alle Lofoten è che sono, così, spontanei, non necessariamente devi programmare qualcosa di specifico, ti metti lo zaino in spalla e cominci a camminare ed a salire il pendio, si raggiungeranno di certo mete mozzafiato.  In cima alla montagna, difatti, tutto il paesino di Reine è sotto di noi con il suo piccolo porticciolo, i promotori e i vari ponti che collegano le isole. Siamo giunti in cima ad una montagnola che fa da cornice ad un grosso lago (Reinevatnet), da dove si possono ammirare gli isolotti delle Lofoten con le sue caratteristiche falesie.

Si scende a riprendere la macchina e di nuovo sulla E10…nuvole scendono dai crinali delle montagne, scopriamo laghi nascosti dietro angoli remoti, chiesette isolate dal mondo e vette illuminate da un sole che non tramonta mai…

Leggiamo che Henningsvaer è una perla incastonata tra un insieme di isolotti quasi tutti attaccati tra loro, il porto è dominato da una falesia a picco sul mare ed il campo da calcio, uno dei più a Nord del Mondo, rende tutto più affascinante (ovviamente in erba sintetica viste le temperature invernali…). Decidiamo di passare la notte qui. Piantiamo la tenda in una spiaggia poco prima del paesino, la spiaggia di Rørvikstranda… solo questa vale tutta la vacanza…

La sera (che comunque è illuminata a giorno) decidiamo pure di fare “serata” in un pub di Henningsvaer  opportunamente oscurato con teli sulle vetrate per creare atmosfera “notturna”. Esperienza unica.

Decidiamo poi di spostarci verso Eggum per un trekking abbastanza facile fronte oceano per giungere ad uno dei tanti fari presenti nelle isolotte. Durante il trekking, guardando verso sinistra sembra di essere immersi in un ambiente austero ed alpino, verso destra, invece, sembra una passeggiata in riva al mare nel tardo pomeriggio. Sono queste, a mio parere, le Lofoten, isole dove si può “assaggiare” un po’ di tutto…dall’infrangersi delle onde sugli scogli al rumore delle cascate che dalla cima delle montagne si infrangono sul terreno, provocando forti emozioni e facendoti sentire piccolo piccolo.

I giorni passano via, le notti non sono mai presenti, le strade e stradine che si discostano dall’unica “superstrada” E10 ti fanno scoprire angoli tanto nascosti quanto stupendi; le spiagge e l’acqua sono di un colore talmente vivace che ti sembra di vedere cartoline in ogni direzione si poggi lo sguardo. Le Lofoten sono sicuramente un posto dove passare del tempo a contatto con la natura, alla scoperta delle bellezze del Pianeta e con le quali si instaura, fin da subito, un forte legame grazie alla loro bellezza. Spesso ci si sente attratti da un qualcosa di soggettivamente bello, le Lofoten sono oggettivamente isole che ti attirano a sé, la natura è pura e ci si rende conto di quanto sia fragile e magnifico quell’ecosistema. Potrei stare a disquisire sul rispetto che abbiamo del nostro unico Pianeta, ma non è questa l’occasione…

Questo è un breve racconto di due amici che si sono divertiti come se fossero tornati bambini, con la semplicità che solo un campeggio ti può dare in un posto tanto straordinario quanto irreale. Uno pensa ai vari sacrifici fatti durante l’anno per risparmiare qualche soldo da spendere in viaggi. Il vero valore dei sacrifici è ripagato dalla bellezza della natura e da posti come le Lofoten.  

Alex Battù background image